27.8.19

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Are you proud of who you have become?

Uno zig zag di cicatrici ormai bianche e poco visibili si trova nel bel mezzo del mio esile avambraccio destro.
Una, due, tre, quattro e non so quante altre volte mi scotterò con le roventi teglie del forno, un po’ per sbadataggine, un po’ per fretta (che di pazienza non ne ho mai avuta troppa).. mi scotto, urlo a denti stretti, alzo gli occhi al cielo e faccio un respiro profondo, poi mi mordicchio la pelle bruciacchiata e continuo a fare il mio lavoro.
 Ricomincio sempre da capo, dalle basi, dal pesare gli ingredienti nelle ciotoline disponendole secondo un ordine ben preciso sul banco, ricomincio dall’impastare a mano frolla dopo frolla, divertendomi a cambiare qualcosa, magari la farina, altre volte gli aromi.. e mi piace, tanto, mi rilassa e non mi fa pensare ad altro, e chissene frega se anche domani mi scotterò mentre assaggio di nascosto un biscotto bollente, so che arriverà il giorno in cui le bruciature saranno solo un lontano ma chiaro ricordo, sono le tappe del percorso, le lezioni da imparare, quello che ti fa crescere e che ricorderò sempre con il sorriso (imprecazioni a parte)

E si, sono felice della persona che sto diventando, scottata e segnata da quello che la vita mi ha messo davanti, dalle difficoltà che ho affrontato (anche se qualcuna poteva risparmiarmela..), ma soddisfatta di come le ho affrontate e della forza che ho dimostrato a me stessa di avere quando c’è n’era bisogno. 
È il momento di guardare avanti che sono sicurissima, più o meno, diciamo che lo spero proprio tanto, che quest’anno arriveranno belle cose.. me lo sento, come sento che dovrei coltivare altre passioni, come sento che sto bene quando sto con determinate persone e in determinati luoghi. Sento di non essere sola, conto solo su di me ma se mai avrò bisogno di una mano so per certo di aver trovato persone uniche che mi affiancheranno. Raramente sento un battito sali nello stomaco (quante altre volte ancora?).. ma non ci penso, dura poco e poi passa subito, credo sia forse solo la dieta troppo rigida che sto seguendo. Tempo al tempo. Stavolta non commetterò gli stessi errori, con calma cucinerò qualcosa di nuovo, dolce o salato poco importa.
Impiatterò qualche delizia, stando attenta ai dettagli perchè sono quelli che fanno la differenza, nei piatti come nella vita di tutti i giorni.
Io, poi, sono maniaca per questa cose.. osservo tutto, molto, forse a volte anche troppo. Ma mi perdo nelle parole non dette, negli sguardi rubati, nei movimenti veloci e nervosi delle mani altrui. E ascolto, ascolto quello che mi dice la gente e i consigli che mi da, perchè da un solo parere, da un libro da un film o qualsiasi cosa credo si possa capire molto di una persona. Il segreto è andare oltre, oltre alle maschere che iindossiamo, io per prima ne ho molte, lunatica come sono non potrei non averne. Eppure, sebbene il mio sesto senso non sbagli quasi mai (purtroppo), amo andare oltre..

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un pezzetto di foglia d'oro nei dolci, un paio di fiori nelle bowl che mangio a colazione, un gioiello scelto con cura e abbinato ad un'altro, una maglia del colore degli occhi, una parola scelta appositamente al posto di un'altra, un sorriso, le mie mani che riordinano instancabilmente le  bustine di zucchero poste nel tavolino del bar quando sono nervosa e felice, il toccarmi continuamente i capelli.. piccole cose che parlano molto più delle parole ma a cui troppa poca gente da importanza.
le matite ordinate secondo tonalità, la scelta di un piatto, l'inquadratura di una foto, un pezzo di una canzone,.. Amo perdermi nell'osservare queste cose.

Non sono seduta alla solita scrivania, ma beatamente spalmata sul divano bianco, sommersa da cuscini più grandi di me. Mangiucchio mandorle per noia e guardo fuori dal balcone la notte stellata senza luna, probabilmente nascosta sotto qualche nube passeggera di fine agosto. Le tende bianche, troppo lunghe per questa piccola stanza, si muovono lentamente e un dolce venticello entra dalla finestra mentre la mia mente ricorda che domani dovrò pulire i vetri senza trovare qualche nuova scusa a me stessa. 
Finalmente il bimbo dell’appartamento affianco ha finito di piangere e un silenzio quasi surreale mi circonda. 
Sto iniziando ora, dopo diversi giorni, a rendermene conto. È tutto così strano, uno strano bello. Quell’ansietta di qualche settimana fa se n’è andata e ora sta lasciando spazio ad una strana solitudine fatta di pensieri e serenità. Ho mille idee per la testa, mille cose da fare ogni giorno, qualche nuovo dolce da provare, dei libri da leggere, delle cose da comprare per arredare a modo mio queste quattro mura che mi ospiteranno per diverso tempo. 
Non ho tempo, o meglio, ne ho parecchio, per me e per quello che mi interessa. Ancora qualche settimana di assestamento e poi inizierò qualcosa di nuovo. Prima un po’ di inchiostro nella pelle per iniziare un nuovo capitolo e poi si va.

Quel momento che tanto aspettavo da anni è arrivato e con un po’ di stanchezza è un lieve nota di malinconia, sorrido a questa nuova esperienza.

Silvia


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