28.12.18

Ciambella supersoft allo yogurt

Strani sogni di persone con cui non parlo da tempo in situazioni ambigue e risvegli notturni.
La tipica notte di una ventitreenne qualsiasi. 
Appunti sui nodi di  Hartmann e una ciambella, cotta in un vecchio stampo di rame, soffice soffice soffice che sembra una nuvola. 


Fa un freddo cane, quel maledetto freddo umido che ti entra nelle ossa e ti ghiaccia anche le budella, ti fa battere i denti e ti annebbia la testa tanto che fai fatica a ragionare. 
Ho le mani secche ma ovviamente il bagno dove tengo la crema miracolosa è troppo distante e le mie gambe si rifiutano di collaborare.. fisso la pelle creparsi, già qualche taglio sta spuntando sulle nocche ossute e mi soffermo a guardare incuriosita il sangue che tra pochi attimi andrà sicuramente a macchiare il mio maglione bianco vista la mia sbadataggine. 
Sono stranamente turbata oggi.
Cerco di non pensarci ma un sogno stanotte mi ha fatto riposare decisamente male, peggio del solito visto che ormai non dormo MAI più di tre ore filate.
Mi sono svegliata verso le due, forse le tre non ricordo, col fiatone e scossa.. i miei erano da poco rientrati a casa dopo aver recuperato mia sorella da una festa chissàdove con chissàchi e vestita chissàcome. Probabilmente mi hanno parlato ma altrettanto probabilmente io non li ho ascoltati e sono andava giù in cucina a farmi la mia solita tisana della notte. Gelsomino e vaniglia, cinque goccie di limone e cinque di dolcificante, l'equilibrio prima di tutto.
Fa sempre un certo che rimanere svegli a certe ore anche se oramai c'ho fatto l'abitudine. Gatto dorme sul divano, sempre nel solito punto.. e ricordo di aver sentito strane storie in merito, qualcosa riguardante dei punti energetici del terreno che i gatti percepiscono e su cui amano passare il loro tempo, ma da cui l'essere umano deve starsene alla larga onde evitare l'insorgenza di particolari patologie (vedi Nodi di Hartmann); la luce posta sotto la cappa della stufa a legna è accesa, bianca e quasi invadente, illumina le bucce d'arancia lasciate seccare sul piano in ghisa. Al centro del muro un grande Occhio di Allah mi fissa mentre preparo con movimenti ormai automatici la calda bevanda.
Tutto tace ma la mia mente sta ripensando allo strano sogno che faticherò a rimuovere.
Si sente il solito vecchio orologio, un semplice quadrato nero con quattro sfere d'acciaio poste al centro dei quattro lati, niente numeri, solo le tre sottili lancette che con il loro ticchettio interrompono il silenzio della casa.


 Ciambella allo yogurt SUUPERSOFTTT:

3 uova grandi (200 g circa)
250 g zucchero semolato
150 g yogurt bianco ai cereali
125 ml olio
180 g farina 00
80 g fecola di patate
10 g lievito
sale
limone (buccia)

Preriscaldare il forno a 175°C, ventilato. Imburrare (tanto, se usate uno stampo di rame come il mio) e infarinare lo stampo a ciambella.
Montare le uova con lo zucchero semolato per almeno 10 minuti fino a quando saranno gonfie e spumose. Aggiungere in più riprese l'olio e lo yogurt, mescolando con la planetaria a velocità medio-bassa.
Unire in una ciotola la farina, la fecola, il lievito, a buccia del limone e il sale. 
Versare le polveri nel composto di uova e zucchero e amalgamare il tutto con dei movimenti dall'alto al basso utilizzando preferibilmente una spatola in silicone.
Versare nello stampo e infornare per almeno 45-50 minuti. Fare la prova stecchino e aspettare che il dolce sia COMPLETAMENTE FREDDO prima di sformarlo.

Per la ghiaccia basta mescolare un cucchiaio d succo di limone con dello zucchero a velo fno ad ottenere una crema liscia e abbastanza fluida.


Finisco di sorseggiare l'acqua calda e mi distendo sul divano, affianco al gatto.
Tra un paio d'ore tutta la solita routine ricomincia, meglio riposare.

Silvia


17.12.18

Composta di pere e vaniglia - ricordi d'infanzia

Non ho molti ricordi della mia infanzia, pochi e sconnessi.
Ricordo i pomeriggi passati all'aria aperta, a correre nel giardino di casa mia, circondata da gatti e da un paio di pastori tedeschi cresciuti con me, mamma e figlio, che mi proteggevano e giocavano tra l'erba umida. Maya e Ares si lasciavano accarezzare, innocui, nonostante la loro figura imponente se paragonata a quella di una bimba di pochi anni. Zampettavo a piedi scalzi, che le scarpe non le ho mai sopportate, tra la terra fresca del campo provocando la rabbia di mio padre che si accingeva a seminare i prodotti per l'inverno.
Ho sempre amato la natura, la tranquillità che trasmette e quella sua capacità di stupirmi con i colori e le forme assai bizzarre che certi alberi e certi animali possono assumere.
Ripensandoci è come se nella mia vita ci siano delle cose, dei punti fissi, che mi accompagnano da sempre.
In primis la mia voglia di starmene da sola, o per meglio dire in compagnia del buon silenzio. Ero solita starmene ore ed ore sull'altalena, due corde alquanto precarie a cui era appesa un tavoletta di legno, ruvida e decisamente troppo piccola ma che non ha mai esitato a sorreggere il mio peso. Mi divertivo a mettermi a testa in giù, ad arrampicarmi sulla corda appesa al Noce, stile scoiattolo che deve raggiungere la cima dell'albero. Capitava anche che, per noia, mi rifugiassi tra i rami del Fico o della Magnolia, in compagnia di qualche buon libro fantasy e me ne stessi lì finchè qualcuno non mi veniva a recuperare per l'ora di cena..
Con gli anni il Noce, ormai diventato vecchio e corroso dal tempo, fu abbattuto e io dovetti accontentarmi di una curiosa amaca, gialla e per nulla comoda, piazzata tra due Aceri, uno rosso e uno verde, proprio davanti all'entrata di casa mia, forse per tenermi più sotto controllo (..). Abbandonai quindi i miei rifugi a qualche metro da terra per rilassarmi tra i due alberi, cullata dal lento dondolio della rete che talvolta mi dava una leggera nausea. Adoravo, e adoro tutt'ora, starmene fuori a leggere sotto l'ombra degli alberi, meglio se con una leggera pioggerellina che, non ho mai capito perchè, mi mette una strana e piacevole malinconia..

Secondo punto fisso: il verde. In tutte le sue sfumature, da piccola so per certo, non lo ricordo ma ho visto diversi disegni, scarabocchi, interamente verdi. Il sole era verde, erba, case e persone verdi, macchine verdi.. probabilmente ero decisamente ottimista e piena di speranza.. cosa che con gli anni è andata scemando ma comunque il verde permane tutt'ora. Dopo il nero, che non si può definire colore e blablabla, c'è il verde (pantone 371, o 2280) con le sue mille sfumature..

Terzo: i gatti. Tanti, troppi, bianchi, rossi, neri, certosini e a macchie. Io non credo di aver mai vissuto felini. Li adoro, sono così maledettamente opportunisti e snob, asociali ed eleganti; dormono e mangiano tutto il giorno e più ingrassano più sono belli.. indipendenti e poi hanno quel sesto senso che tanto vorrei avere..


9.12.18

Sfere meringate al limone e zenzero

"MOST THING LOOKS BETTER WHEN YOU PUT THEM IN A CIRCLE."
La perfezione del cerchio, di tutte le forme che vi si possono inscrivere all’interno, dei sapori che può racchiudere e dei segreti che può nascondere.

25.11.18

Pangoccioli e troppa poca pazienza

"Le cose belle hanno tempi lunghi", a volte.

In ogni caso io, la pazienza, temo di averla dimenticata in pancia di mamma. l'unica cosa che sono disposta ad aspettare è un pacco da Amazon, o qualsiasi altro negozio online.. tutto il resto del tempo passato ad aspettare è pressochè tempo perso, anzi.. non è perso, ma mal impiegato ecco. 
E giuro, ci provo sempre ad avere pazienza.. com'era? 

L’attesa del piacere è essa stessa un piacere. (Gotthold Ephraim Lessing)

ma proprio non ci riesco. Molto meglio il puro piacere. Punto.
Vorrei sempre tutto e subito e sistematicamente combino casini e devo ricominciare tutto dal principio. Un po' come per questa ricetta che so di aver provato e riprovato almeno 4 o 5 volte..
ottimo insomma
Aggiungiamo alla mia impazienza l'essere leggermente iperattiva (..dormire? what's the meaning of "dormire"?) e voilà: una vita mai tranquilla, qualche perdita di memoria qua e là, eccessive dosi di caffeina ma per il resto non mi lamento.
A mia discolpa c'è da dire che sono particolarmente testarda, e che quindi sbaglio, cado e mi rialzo.. talmente testarda che 9 su 10 vado a sbattere la testa esattamente nello stesso punto della volta precedente: forse è più corretto dire che sono testarda e mezza masochista.

Ricetta vecchia, di qualche anno fa, quando ancora avevo voglia di aspettare che il lievito facesse il suo dovere.
Capelli un po' troppo rossi, doppiepunte a iosa, luce decisamente invadente per i miei gusti, probabilmente erano già passate le 10 del mattino quando ho scattato, una sciarpa nera che non so più che fine abbia fatto e qualche anello di troppo (ma non sono così abile da eliminarlo con photoshop). 



Sono appena le 5 del mattino e nonostante oggi sia domenica il mio orologio biologico proprio non ne vuole sapere di riposare ancora un po'. Ho già fatto colazione, la doccia e pure bevuto il secondo caffè. Giro per casa in mutande e t-shirt perchè fortunatamente tutti dormono e nessuno mi può dire nulla. Fa freddino ma il caffè e la doccia bollente mi danno un po' di autonomia.

Ho fame, ancora.. ma so che è semplicemente noia la mia e decido quindi di dimenticarmene. Mi spalmo beatamente sul divano e navigo un po' tra le pagine di pinterest.. avrei voglia di preparare un bel dolce per la colazione tuttavia so che finirei per mangiarlo tutto io quindi forse è meglio evitare. Per qualche secondo mi sale la malsana idea di rifare queste soffici palline lievitate, ricchissime di cioccolato (avevo senza ombra di dubbio aumentato la dose dalla ricetta base, mi conosco).. Poi grazie al cielo mi ricordo che io, con i lievitati, proprio non ci vado d'accordo e che sicuramente mi risulterebbe più facile fare un sandwich con uova e bacon vista la mia voglia di stare in cucina dell'ultimo periodo. Quindi nada pangoccioli, andrò a prendere le brioches al bar che fanno sempre tutti felici: un krapfen, una integrale al miele, una vuota e quella al cioccolato.


06:06 esprimi un desiderio
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07:07 esprimi nuovamente lo stesso desiderio [Ci sto mettendo una vita a scrivere oggi]

Pangoccioli: (ricetta di Simona Mirto: TavolaArteGusto)
non ho apportato alcuna modifica, ergo andate direttamente a leggerla da lei :)


Comunque ora vado, a prendere le brioches, a preparare la tavola per la colazione che poi oggi ho pure un mezzo colloquio di lavoro e poi dritta in palestra, caffè preworkout e ultimo allenamento della settimana, poi ancora spese e pranzo.
Per il pomeriggio si vedrà..
forse forse oggi ci scappa un libro
Dorian Gray potrebbe essere una buona idea.


Silvia

13.11.18

Jivara, fragola e tè ai frutti rossi

Sono seduta alla scrivania dello studio di mamma, circondata da penne di ogni genere, fogli di mille trame diverse, quadri finiti e mai appesi e libri, tanti libri.
Se solo riuscissi a darvi una vaga idea della quantità di informazioni che sono racchiuse in questa stanza  ne rimarreste piacevolmente stupiti: è un po' la biblioteca di casa.
Mi soffermo a guardare le mensole su cui sono, più o meno accuratamente, riposti e catalogati. Il mi sguardo si perde tra i vari titoli di libri e vecchie enciclopedie che aspettano solo di essere sfogliate.
Come spesso accade sono sola in casa, niente musica nè tv, solo le fusa del gatto che disturbano i miei pensieri e l'ispirazione che tarda ad arrivare..

6.11.18

Frollini al limone

Fuori piove ininterrottamente da ore, il rumore delle foglie degli alberi stropicciate dal vento si confonde con quello dell'acqua della fontana che sta in giardino, proprio sotto la finestra dello studio dal quale scrivo.
Non potevo sperare in un tempo migliore per spolverare vecchie mensole, sfogliare riviste dimenticate da anni sulla scrivania, rileggere e trascrivere appunti di ricette e guardare incuriosita strani disegni di dolci mai realizzati. E' ora e tempo di cambiare le lenzuola e far circolare un po' d'aria in questo spazio abbandonato.