Sono chiusa in queste quattro mura da diversi giorni ormai e ogni tanto, spesso purtroppo, mi ritrovo tra le mani mille cose che mi fanno ripensare a quello che era fino ad un mesetto fa la mia vita, ai miei amici e a S. Cristo quanto mi manca, quanto mi mancano i sorrisi, le cene in compagnia, gli allenamenti in palestra, il profumo del cioccolato a lavoro, i miei gatti, l’alzarmi all’alba per andare a lavoro. Mi manca l’aria profumata di vaniglia e buccia di arancia e limone, mi manca il caffè inbevibile di quella macchinetta del lavoro che sono certa mi corroda il fegato, ma è un’abitudine anche quella, malsana certo, ma che mi faceva iniziare le giornate con il piede giusto, tra un buongiorno detto di sfuggita dai miei colleghi addormentati. Mi manca la frenesia delle giornate, mi manca non avere tempo.. proprio ora, che il tempo sembra essersi fermato, che sembra non scorrere mai.
Vorrei piangere, è il più delle volte mi lascio scorrere qualche lacrima sul viso, così, giusto per ricordarmi che provo ancora emozioni, che piango perché mi manca tutto quello a cui sono davvero legata. Mi mancano gli abbracci, mi mancano gli occhi che parlano, mi manca il profumo dell’ammorbidente che usa la mamma di S. ma che al prossimo giro al supermercato ricomprerò in modo da averlo un po’ più vicino a me.
Si sentono gli uccellini cantare, si vedono dalle finestre gli alberi in fiore, l’erba verde luccicare sotto il sole caldo e l’aria fredda che fa muovere le foglie. Cammina veloce la natura, la primavera entra dai balconi di questo piccolo appartamento e tra un aspirapolvere e il suono del campanello della bici di un bimbo che corre nel quartiere vengono scandite le ore delle lunghe giornate. Eppure nonostante tutti questi rumori le giornate mi sembrano vuote, eterne e spente. Vuote e abbandonate.
La vita va avanti ma mi sembra sprecata, mi sembra davvero di non fare mai nulla, di perdere tempo. Io che di tempo non ne ho mai abbastanza, io che se potessi sfrutterei ogni singolo secondo. Mi ritrovo ora ad aspettare che tutto questo finisca.
Una casa in ordine da far schifo, senza panni sporchi, le coperte piegate e i piatti puliti si alternano a letto sfatti, bagni in disordine e pile di pentole da lavare. Ci sono giorni sì e giorni no, poi ancora qualche giorno davvero no che ogni tanto si trasformano. Io lunatica fino all’osso, ora più che mai, peggio di una ragazza con il ciclo, peggio di una donna in menopausa.
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Scorrono le lacrime sul mio viso, ininterrottamente da un paio di giorni ormai. Non mi do pace, sto male e sono stanca di negarlo, sto malissimo. La testa mi sta abbandonando e siamo solo all’inizio. Ho paura, una fottutissima paura che mai niente sarà come prima, che quando tuttto questo sarà finito, se mai lo sarà, io sarò una persona diversa. Troppo diversa forse per tante cose. Ora più che mai sono egoista, non me ne frega un cazzo degli altri, di come stanno, di cosa fanno e di cosa pensano, non mi importa. So solo che io sto male, e non ho altri pensieri che per me. Per me che sto soffrendo e che so di essere debole. Si, ne ho passate tante è vero, ho scoperto di avere la forza per fare cose che neanche lontanamente immaginavo, ma credo di essere arrivata alla fine delle mie riserve. Ho paura di mollare la presa. Non c’è la faccio più. Scambio il giorno per la notte, e neppure in quelle poche ore in cui dormo ho pace. I sogni mi tormentano, sogno cose impossibili, sogno cose che non posso avere è peggio ancora i miei ricordi non smettono di tornare a galla facendomi svegliare di soprassalto, allarmata e agitata..
Ho paura, di cambiare e di andare avanti. E francamente non so più nemmeno se ho realmente voglia di vedere come andrà a finire.
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